Il tempo indeciso | CURRENT project, Milano

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IL TEMPO INDECISO
Il dilemma dell’abitante perdigiorno
Camilla Giachetta | Chiara Principe | Eleonora Roaro | Giulia Maiorano | Giulia Pellegrini | Martina Brembati
| Mauro Valsecchi | Stefano Serretta
A cura di: Sabrina Drigo, Sara Gilomena, Sofia Girelli, Stefano Roberto Mazzatorta e Tiziana Coluccio

7 – 08.06.2017 CURRENT OPENING 07.06 | 19.00
Via Sant’Agnese 12 20123 Milano
www.currentproject.it info@currentproject.it

7 Giugno 2017 – Current & NABA sono lieti di presentare l’esposizione IL TEMPO INDECISO. Il dilemma dell’abitante perdigiorno, a cura di Sabrina Drigo, Sara Gilomena, So a Girelli, Stefano Roberto Mazzatorta e Tiziana Coluccio, con la supervisione di Caterina Iaquinta, Silvia Simoncelli, Elvira Vannini.
IL TEMPO INDECISO è una manovra di riappropriazione di un tempo senza lavoro che intende suggerire le potenzialità interne a una dimensione dell’inattività, a un ritmo diverso dal tempo della subordinazione.
Il luogo della mostra ri uta di essere luogo di consumo, e diventa spazio per approfondire un’altra temporalità, declinata secondo il Protocollo del non lavoro. Possiamo a ermare che da Duchamp e con la Scuola
di Francoforte le ricerche sociali, politiche ed estetiche riferite all’arte hanno svelato uno scenario in cui il “lavoro” dell’artista viene posto in relazione al capitalismo e all’industria culturale. Una condizione che ha generato a sua volta una società dei consumi e dello spettacolo, dove i media e i new media hanno fatto da moltiplicatore e condotto le persone in una dimensione di desiderio e di seduzione, connotando sempre più il consumismo di tratti immateriali, lasciandoci in una circostanza di attesa, senza “godimento” e ettivo.
“L’azione oziosa e il suo non-movimento permette di ripensare l’azione, il tempo e la soggettività” così Maurizio Lazzarato rilegge il ri uto del lavoro duchampiano, che ancora oggi rimanda alle logiche produttive e alle forme del capitalismo contemporaneo che non si esercitano più solo sulla fabbrica ma in un controllo totale della vita: un governo assoluto del Tempo.
“Duchamp ci invita a soffermarci sul rifiuto, sul non-movimento, sulla smobilitazione e a sviluppare e sperimentare tutto ciò che l’azione oziosa crea come possibilità per operare una riconversione della soggettività inventando delle nuove tecniche d’esistenza e dei nuovi modi di abitare il tempo.”
Da raffinato sostenitore del “diritto alla pigrizia”, l’anartista si serve di quest’esperienza per a rontare la propria attività, non già come un lavoratore alienato dalle proprie mansioni ma anzi come un “abitante dell’infrasottile perdigiorno” (Bernard Marcadè, Marcel Duchamp la vita a credito). Le alternative contemporanee al lavoro dell’abitante perdigiorno, si sviluppano nel percorso espositivo, nella formalizzazione di un vero e proprio Protocollo del ripensare il tempo del non-lavoro: utensili teorici per attrezzare il tempo del non far niente.
I curatori Sabrina Drigo, Sara Gilomena, So a Girelli, Stefano Roberto Mazzatorta e Tiziana Coluccio propongono un percorso diviso in sezioni ideali che consentono alle opere di abitare lo spazio generando dialoghi unframed con il tema, IL TEMPO INDECISO. Il desiderio, la noia, l’altro tempo, la festa e l’infrasottile rappresentano quindi delle alternative contemporanee al lavoro dell’abitante perdigiorno. Scarti di un tempo sottratto al lavoro di cui servirsi per a rontare l’attività non come lavoratori alienati, ma come abitanti consapevoli di una dimensione altra del possibile.
Gli artisti Camilla Giachetta, Chiara Principe, Eleonora Roaro, Giulia Maiorano, Giulia Pellegrini, Martina Brembati, Mauro Valsecchi e Stefano Serretta, suggeriscono risvegli e parentesi per l’interruzione di un tempo incessante e lineare. Lo spazio della galleria diventa un’evoluzione dinamica e articolata dove memoria, gioco, sogno, natura, enigmi, piacere e sacri cio, richiamano il pubblico, per affinità  e contrasti, a essere necessariamente sintonizzato con l’impiego del suo tempo. Una prospettiva destabilizzante e incerta che spinge ad andare oltre la logica del dominio socio-economico.